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Malattia: cambiare il “nostro terreno”

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Il ragionamento che ci hanno abituato a fare di fronte ad ogni malattia o disturbo è: quali sono i farmaci o gli interventi medici o le diete specifiche per “combatterli”?. La macrobiotica pensa invece che un certo disturbo sia frutto di uno squilibrio più ampio nell’energia della persona. La prima preoccupazione della macrobiotica è quella di cambiare subito il “terreno” sul quale la nascita della malattia ha fatto facilmente presa. Per cambiare il “nostro terreno”, dunque, è importante – tra gli altri cambiamenti necessari – introdurre un modello alimentare diverso e più sano e non affidarsi ad una qualche dieta: le diete sono prigioni da cui evadere al più presto! Cambiare alimentazione – invece – produce un nuovo terreno, sul quale la malattia ha molta meno presa. Così la vede la macrobiotica, con una battuta paradossale che a me piace molto: è quello che non mangi che ti fa guarire!

Comunque, bisogna tenere a mente questo. Le prime strade per costruire la salute sono sostanzialmente l’alimentazione (e la respirazione) e lo stile di vita (compreso il movimento): questa è la salutogenesi sostanzialmente e non altro. Per ri-costituire invece la salute, compromessa da malattie e disturbi causati da errati stili di vita e cibi e modelli alimentari dannosi(come quelli prevalenti dappertutto oggi), le strade sono tante e vanno usate come meglio crediamo per noi stessi. Avendo coscienza del fatto che una sana alimentazione è la prima cosa da praticare e che la macrobiotica – a mio parere – è strumento migliorativo anch’essa, più sano di altri.

Il corpo umano ha le sue modalità naturali per eliminare i propri rifiuti e le scorie accumulate; principalmente: reni e vescica con l’urina, intestino crasso con le feci, polmoni con la respirazione, pelle (che i cinesi chiamano “il terzo rene”), con i suoi “sfoghi” di ogni tipo, con il sudore, la forfora tra i capelli, etc. Potremmo chiamare questi organi “discariche”??? Credo proprio di si, anche se la donna approfitta pure di altri canali fisiologici supplementari, come il mestruo, per liberarsi di tossine. Che è successo a Napoli, in quel periodo difficile di qualche anno addietro, nel quale i sacchi della spazzatura sono stati buttati per le strade? E’ successo che le discariche – intasate e insufficienti – non essendo in grado di smaltire i rifiuti del processo locale di consumo e trasformazione, che aveva superato i livelli di guardia, non hanno più recepito il sudicio che, quindi, è andato a creare depositi ovunque. Che sarebbe successo, se non si fosse posto uno stop a questo fenomeno e la “monnezza” si fosse decuplicata e centuplicata? Malattie, salmonella, peste, colera, etc.!!! Ebbene, nel nostro corpo succedono cose analoghe, perché in Natura ci sono delle regole semplici e ineludibili: tutto il surplus in entrata, che non può venir smaltito attraverso i processi fisiologici di escrezione, cerca di fuoriuscire in qualche modo (classico esempio: la pelle e i disturbi cutanei) oppure si va a depositare in quelle parti interne del corpo umano dove più facilmente può essere stipato (ma fino a quando, senza produrre danni irreversibili?).

 

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